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li, provenienti da tutte le parti dell’impero e paesi
alleati. Di questa forza però solo la metà circa passò il
fiume Niemen per fronteggiare l’esercito russo.
La fase preparatoria in Italia
Per quanto riguarda l’esercito d’Italia, l’intenzione di
Napoleone era quella di formare un’armata di 40.000
“francesi”, rinforzata da 20.000 “italiani” da collocare
sotto il comando del viceré Eugenio; questi uomini
dovevano costituire il IV Corpo basato su tre divisioni
di fanteria (13ª, 14ª e 15ª) e due brigate di cavalleria
leggera (12ª e 13ª); la 15ª Divisione doveva essere tutta
composta da ufficiali e truppe del regno d’Italia. Altri
10.000 uomini dovevano invece essere prelevati dal
regno di Napoli. In totale, quindi, 70.000 uomini.
A conti fatti questa forza si ridusse invece a 60.000
uomini, dei quali 52.000 andarono a formare il IV
Corpo al comando del Principe Eugenio e 8.000 la
Divisione napoletana al comando del Gen. D’Estrées
che aveva il Gen. Pepe come capo di stato maggiore
(originariamente, il contingente napoletano fu costitui-
to su una base di 10.000 uomini ma subito dopo la par-
tenza, ancor prima di arrivare in Toscana, una parte di
esso fu richiamata in patria per non sguarnire troppo i
presidi interni a causa dello stato di guerra permanen-
te che esisteva tra il regno di Napoli e quello di
Palermo, quest’ultimo spalleggiato dagli inglesi).
Infine, un numero imprecisato di piemontesi, liguri,
emiliani e toscani fu arruolato in altre unità, in partico-
lare nel I Corpo che aveva una forza di 83.000 uomini
al comando del maresciallo Davout.
Agli inizi del 1812 le truppe del IV Corpo d’Italia
erano scaglionate nella valle dell’Adige in modo da
essere pronte a valicare le Alpi al primo cenno di avan-
zata; la loro dislocazione era la seguente:
13ª Divisione fanteria (Gen. Delzons) a Bolzano e din-
torni; 14ª Divisione fanteria (Gen. Broussier) a Trento
e dintorni; 15ª Divisione fanteria (Gen. Pino) a
Vicenza, Bassano e Cittadella; 12ª Brigata Cavalleria
leggera (Gen. Ferrière) a Rivoli, Garda e Bussolengo;
13ª Brigata Cavalleria leggera (Gen. Villata) a
Castelfranco; Stato Maggiore Generale e Guardia
Reale (Gen. Lechi) a Milano.
A quella data il contingente napoletano era invece
ancora in fase di formazione.
La partenza delle truppe del IV Corpo avvenne tra il 16
ed il 21 febbraio del 1812. Dopo avere attraversato la
Baviera, la Sassonia e la Slesia esse giunsero a Glogau,
sul fiume Oder, ai primi di maggio; la marcia fu ripre-
sa il giorno16 ed il 30 maggio arrivarono a Plock, sulla
Vistola. Si completava così la congiunzione con l’eser-
cito napoleonico che a quel punto si trovava tutto
schierato sulla Vistola, da Danzica a Varsavia, su un
fronte di circa 400 chilometri.
Poco prima di questi avvenimenti (il 2.5.1812) anche
l’esercito napoletano era partito da Capodichino per
dirigersi a Verona. Mentre il grosso delle truppe del
regno di Napoli sarebbe rimasto in questa città fino al
5 luglio in attesa dell’ordine di partenza, Murat con la
sua guardia e la cavalleria era invece partito per il fron-
te per congiungersi con Napoleone.
L’inizio delle operazioni
Nel frattempo, lungo tutta la linea del fronte era ripre-
sa l’avanzata verso il fiume Niemen, attraversato il
quale si entrava a tutti gli effetti in territorio russo.
Il 22.6.1812, a Wilkowiszki, Napoleone annunciò l’i-
nizio della guerra contro la Russia e subito dopo il
I Corpo del Gen. Davout passò il Niemen presso
Kowno. Qualche giorno dopo anche le truppe italiane
entrarono in territorio russo passando il Niemen a
Piloni; ciò avveniva l’1.7.1812. In proposito va comun-
que precisato che dei 52.000 uomini che formavano il
IV Corpo d’Italia, solo 40.000 passarono il Niemen.
Il 5 luglio l’esercito napoletano partì da Verona verso il
fronte; giunse a Danzica il 9 settembre dove, dopo
qualche giorno, arrivò anche il Gen. D’Estrées con il
suo stato maggiore.
Questo contingente non fu mai inviato in zona d’ope-
razioni e si trovava a Wilna quando arrivarono in riti-
rata i resti della Grande Armée.
Le operazioni in Russia
Non rientra negli obiettivi di questo articolo narrare,
sia pure in estrema sintesi, l’epopea della Grande
Armée in Russia; ai nostri fini credo sia sufficiente un
elenco dei principali movimenti e fatti d’arme che
hanno caratterizzato l’attività delle truppe “italiane”.
In ordine cronologico essi furono:
- il 23 luglio il maresciallo Davout giunse da Minsk a
Mohilew, sul Dnieper. Qui si svolse una battaglia alla
quale presero parte i tanti italiani (111° Rgt. di linea
composto da piemontesi, 85° fanteria composto da
toscani, ecc.) che erano con il I Corpo. I russi del Gen.
Bagration furono costretti alla ritirata;
- tra il 25 ed il 28 luglio truppe del IV Corpo e la caval-
leria di Murat furono impegnati in vari scontri con i
russi che alla fine furono messi in fuga. Seguì qualche
giorno di riposo con le truppe italiane così acquartiera-
te: la Guardia imperiale a Witebsk (dove c’era anche
Napoleone); il IV Corpo A Souraj; la cavalleria di
Murat a Rondnia e Innovo;
- il 31 luglio, a Velij, ci fu un combattimento tra cac-
ciatori italiani e soverchianti forze russe; vinsero gli
italiani che per il loro comportamento ricevettero un
encomio da Napoleone;
- il 16 agosto iniziò la battaglia per la conquista di
Smolensk. I russi dovettero ritirarsi dirigendosi in parte
(1ª armata) verso Pietroburgo ed in parte (2ª armata)
verso Mosca. Il 18 agosto Napoleone entrò a Smolensk
(che nel frattempo i russi avevano dato alle fiamme) e
qui conferì una medaglia agli italiani che avevano
preso parte alla battaglia;
- dal 21 al 23 agosto il grosso dell’esercito napoleoni-
co lasciò Smolensk per dirigersi verso Mosca; nel con-
tempo l’esercito russo continuava a ritirarsi senza con-
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