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Il censimento dei documenti postali
Il contenuto dei precedenti capitoli, mettendo in evi-
denza la scarsa popolazione italiana residente in A.O.I.,
la vastità del territorio, i mezzi di comunicazione pro-
grammati ma ancora in fase di realizzazione, da una
indicazione del motivo per cui la corrispondenza per
l’interno dell’A.O.I. (attraverso la posta civile) è ed è
sempre stata considerata “scarsa”. La ragione principa-
le però risiede nella perdita dell’impero avvenuta in
pochi mesi, con il conseguente esodo di italiani e con
la distruzione quasi totale degli archivi pubblici e pri-
vati. Il desiderio di quantif icare i documenti giunti fino
ai nostri tempi è alla base del censimento lanciato circa
un anno fa. La risposta è stata molto buona; hanno par-
tecipato al censimento, inviando fotocopia dei loro
documenti oltre 25 collezionisti. Un vivo ringrazia-
mento va quindi a: Riccardo Ajolfi di Domodossola,
Nadir Castagneri di Pont Canavese, Corrado Carli di
Trieste, Benito Carobene di Milano, Luciano
Cavicchioli di Colle Val d’Elsa, Raffaele Ciccarelli di
Chiavari, Giovanni Delera di Udine, Claudio Di Vita di
Montanaso Lombardo, Valerio De Martino di Napoli,
Francesco Grandinetti di Cosenza, Antonio
Lampariello di Calitri, Piero Macrelli di Rimini,
Luciano Maria di Genova, Mauro Miressi di Foggia,
Corrado Ponzo di Fossano, Francesco Riboldi di Senna
Lodigiana, Luciano Sani di Milano, Rolando Truglio di
Povoletto, Emilio Simonazzi di Roma e agli altri colle-
zionisti che hanno preferito non rendere noto il loro
nome.
Sono stati censiti 450 documenti: 392 del servizio cor-
rispondenze (136 dei quali per via aerea); 58 del servi-
zio pacchi, dei servizi a denaro, del servizio telegrafi-
co e telefonico, del servizio recapito autorizzato e degli
usi f iscali. Si tratta dunque di un campione molto g ran-
de ed equilibrato infatti i 392 documenti del servizio
corrispondenze sono “correttamente” distribuiti nei
vari anni: 37 (9%) del 1936, 97 (25%) del 1937, 85
(22%) del 1938, 102 (26%) del 1939, 64 (16%) del
1940 e 7 (2%) del 1941.
La prima data censita è del primo giorno uff iciale dell’
A.O.I., 1 giugno 1936, e l’ultima data censita è del 23
febbraio 1941.L’affrancatura più alta censita è di lire
41,80: solo altri quattro documenti censiti hanno una
affrancatura superiore a 10 lire.
Le tariffe postali in A.O.I.
Tutti i decreti del periodo riportanti le tariffe postali
hanno una formulazione che può creare confusione,
infatti descrivono, sia nel caso delle tariffe ordinarie
che nel caso delle tariffe speciali di posta aerea:
1) le tariffe per l’interno – sottolineando che “valgono
anche” per la Libia (o Colonie italiane dell’Africa set-
tentrionale) e per l’Egeo
2) le tariffe per l’Africa Orientale Italiana
3) le tariffe per l’estero: per la posta aerea si indicano
le tariffe per l’Europa e poi per ogni Paese extra-euro-
peo.
L’ottica quindi è sempre l’Italia: verso la Penisola o
verso le colonie o verso gli stati esteri.
Mai si indicano le tariffe all’interno delle colonie o
dalle colonie all’estero.
Non solo nei decreti: avendo la fortuna di avere la rac-
colta completa della “Rassegna delle Poste e dei
Telegrafi e dei Telefoni” degli anni 1936-1940 ed
anche la raccolta completa delle circolari della
Direzione Provinciale di Genova per gli stessi anni,
posso assicurare che esistono molti bollettini e circola-
ri che riguardano l’A.O.I. (generalmente per gli instra-
damenti delle corrispondenze e dei pacchi, per il muta-
re delle autorizzazioni ai servizi a denaro, per l’apertu-
ra o chiusura di uff ici, ecc.), ma non esiste alcuna di-
sposizione che riguardi le tariffe per l’interno delle
colonie (non affronto, in questa sede, il tema delle tarif-
fe per l’estero, non essendo materia del presente studio
– ma posso assicurare fin d’ora che neanche per l’este-
Mod. 26 in emergenza
per tassa di giacenza
in Quoram
9 luglio 1937
affrancato con
PP sez. unite 3 l.
di Eritrea
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